Fra gli effetti collaterali del diventare mamma ce n'è uno inaspettato: prendere ogni tipo di malanno in circolazione.
Se nell'infanzia non si sono già passate in rassegna tutte le malattie tradizionali, è bene prepararsi.
Molto probabilmente, la mamma si ritroverà quarantenne e varicellosa a stendere pareri dal letto.
Dalla polmonite ai pidocchi, una volta iscritti i figli a scuola, bisogna essere pronte tutto.
La scuola, infatti, non è dispensatrice di cultura, ma di colture batteriologiche dagli effetti devastanti per l'intero nucleo familiare.
I pupi passano la loro carriera scolastica con raffreddori da dicembre a marzo, tosse per gennaio e febbraio, febbre da novembre ad agosto.
In genere la prassi è questa: a scuola due giorni e i seguenti sette a casa, fra febbre e dolori vari.
Contestualmente, le mamme è bene che smettano di pensare di passare la notte a letto, magari dormendo, ché ogni più piccolo malanno comporta fra le cinque e le dieci levate notturne.
è chiaro che alla terza influenza stagionale - vuoi per la stanchezza accumulata nelle precedenti due, vuoi per il bombardamento continuo di microbi e bacilli - anche la mamme finiscono per cedere.
Se trovassero il tempo per misurarsela, potrebbero anche scoprire di avere la febbre.
E così è successo a me.
Ieri, dopo una giornata passata con un mal di testa martellante e dolori ad articolazioni che ignoravo di avere, ho deciso di requisire il termometro da sedere della Pupa e l'ho usato come un termometro normale.
Quando ho visto che segnava 38°, ho intuito che potesse funzionare anche se posizionato lontano dal culetto.
Era dal 1991 che non avevo la febbre.
Naturalmente, un 38 di febbre non blocca la mamma lavoratrice (la febbre non blocca nemmeno la mamma non lavoratrice, anzi, immagino che ne possa peggiorare la condizione. Penso alla mamma non lavoratrice rimasta in casa e immediatamente gravata di nuovi e inaspettati compiti : "visto che resti in casa, perché non mi metti in ordine tutti i cassetti? potresti rammendare i calzini!" " se oggi pomeriggio restiamo in casa mamma, posso invitare ninetto, ninetta e i loro cinque fratelli?").
La mamma lavoratrice febbricitante si alzerà comunque dal letto, preparerà i pupi per l'asilo, ce li abbandonerà e si recherà a lavoro, concedendosi solo una breve sosta per acquistare pacchi e pacchi di medicine tradizionali, omeopatiche, cinesi, transegeniche, aiurvediche, qualsiasi cosa insomma le possa consentire di restare in piedi fino a sera.
Magari, le capiterà anche di trovare uno sciopero dei mezzi e di doversi fare 7 km a piedi nel gelo mattutino.
Niente può fermare la mamma lavoratrice.
Soprattutto se a casa ha lasciato un orco che si aggira per le stanze come un moribondo, emettendo continui lamenti e lagnandosi disperatamente come un cucciolo abbandonato per il fatto di avere (questo sì che è grave) il naso chiuso!
Beh, il naso chiuso è un'affezione -quasi- devastante!
RispondiEliminaDalla polmonite ai pidocchi? Sai che mi stai -quasi- (eddue) convincendo che non avere figli è una benedizione?
Ho capito che non rimani a casa per non dividere il tetto con l'orco più a lungo dello strettamente necessario.
Ti Auguro di ristabilirti prontamente, un Bacio.
non so se sia una benedizione. Certo, ci sono parecchi vantaggi.
RispondiEliminaIo trovo molto belle, con pro e contro, entrambe le condizioni.
quel che è certo è che una volta che ce li hai, è per sempre!