Il sabato pomeriggio delle mamme è assorbito da un'unica attività: accompagnare i pupi alle feste degli amichetti.
Se qualcuna sta pensando di ritagliarsi mezzo sabato pomeriggio per sé, delegando la partecipazione all'evento mondano ai nonni o al padre, se lo tolga immediatamente dalla testa.
I padri il sabato hanno sempre qualcosa da fare. Cose importanti, s'intende, come il calcetto (dal quale tornato tumefatti come se fossero andati ad un incontro di lotta libera), l'acquisto di un nuovo orologio subaqueo (soprattutto se sono affetti da idrofobia), i tornei di giochi di ruolo vietati ai maggiori di 16 anni (questa è l'attività dell'Orco), un'improvvisa riunione di lavoro (quelli con poca fantasia accampano questa scusa pietosa).
I pochi uomini che vi partecipano sono evidentemente precettati. Ci sono i parenti, padri/nonni/zii, che non possono rifiutare. I mariti che devono farsi perdonare qualcosa (sguardo basso, aria dimessa, se avessero una coda la trascinerebbero come un peso morto fra le gambe). Al limite, qualche padre single (e bravo, o altrimenti obbligato a partecipare, o gay).
I nonni hanno sfacchinato una vita (ti dicono) e adesso è giusto che riempiano le loro giornate di pensionati con una sfilza di eventi mondani che farebbe impallidire anche la squillo più attiva su piazza.
Devo ammettere, però, che questi ginecei sabatini, anticamera dell'infermo per gli uomini, per noi mamme, finiscono per essere piacevoli.
Se i bambini sono bravi e grandicelli, ti lasciano la libertà di trangugiare chili di patatine e di ubriacarti di cocacola di nascosto.
Puoi passare il tempo a chiaccherare con altre donne che condividono le tue difficili condizioni di vita.
Capisci che non sei sola in una landa desolata, ma circondata da un nutrito gruppo di mamme, più o meno, disperate come te, più o meno, senza il tempo per farsi la ceretta, e, più o meno, anche loro capaci di dormire in piedi appoggiate ad un muro, continuando a conversare allegramente.
E così, Sabato, io e la Pupa abbiamo partecipato ad una di queste feste.
L'orco ovviamente lavorava e se non avesse lavorato sarebbe andato ad arare i campi piuttosto che venire con noi.
La pupa era eccitatissima e, lo confesso compiaciuta, molto carina.
Ero miracolosamente riuscita a nascondere i suoi ispidi capelli in due codini, le avevo infilato delle ballerine da grande (e cioè senza cinturino) - che naturalmente ha perso milleecinquecento volte per poi abbandonarle su un tappeto - e indossava il classico tubino (che va sempre bene per le feste, anche per le bambine di due anni).
Come di consueto, passati i primi trenta secondi di smarrimento (in cui mi hanno dovuto invitare a introdurla negli appartamenti, ché io ero scesa allegramente dall'ascensore e avevo subito iniziato a chiaccherare con i padroni di casa e lei, invece, era rimasta rintanata in un angolo del medesimo mezzo, di fatto, sola e abbandonata) si è immediatamente inserita.
La pua é veramente un animale mondano, e in nessun posto si sente a suo agio come ad una festa.
Ad un tratto, dall'alto dei suoi due anni, si è messa a mostrare un gioco a uno dei Pupi più grandi; gli spiegava come schiacciare i tasti e far muovere i personaggi o far partire la musichetta.
Quello la guardava con compassione e, tanto per chiarire in quale posizione della scala sociale bambinesca si trovava, ha schiacciato un tasto che lei non aveva visto.
Mentre il dito di lui si avvicinava al pulsante, lei gli diceva "ma no, quello no".
Poi è partito un lunapark di colori e musiche, lei è rimasta estasiata e allora gli ha detto "ahh sì, bravo, molto bravo, molto bravissimo".
Io ho chiaccherato con vecchie amiche e molte mamme, condividendo esperienze e imparando molto.
Purtroppo, ho rischiato la vita quando ho avuto l'ardire di inginocchiarmi e scambiare quattro parole con i piccoli, tutti sdraiati a terra sotto un mobile, proprio lì dove c'erano i fili elettrici (se i bambini non giocano con qualcosa di estramemente pericoloso o con su scritto "tenere lontano dalla portata dei bambini", non si divertono).
Ho solo detto "ma guarda, questi sono tutti cagnolini". E prima di rendermi conto di quello che stava accadendo, ce li avevo tutti addosso che tentavano di mordermi.
Assomigliavano a tanti piccoli zombi, molto più che a cagnolini scodinzolanti.
Sono stata liberata da altre mamme e sono fuggita insieme alla pupa.
Insomma, non avevo voglia di finire i miei giorni divorata da un gruppo famelico di pupi di tre anni.
A quel punto, nonostante il piacevole pomeriggio - vuoi per l'attacco cannibale, vuoi per le troppe chiacchere materne - avevo la testa sul punto di esplodere.
Fortunamente, noi mamma moderne giriamo sempre analgesico-munite e così ho estratto dalla mia borsa marypoppinesca tre diversi tipi di antidolorifici. Ne ho scelto uno e mi sono drogata in pubblico, senza ritegno.
La pupa mi ha chiesto "ma che fai mamma?"
"prendo la medicina, amore."
"Pecché mamma?"
Come sapete, io sono per definizione sempre sincera "Perchè ho un mal di testa tremendo"
A quanto pare, anche mia figlia è per definizione sempre sincera
"Eh certo, mamma, è che tu sei vecchia"
Ah, l'innocenza e la sincerità dei bimbi!
RispondiEliminaPensa che se tu sei vecchia io sono decrepito, e rallegrati della tua giovane età!
Come sempre: grazie per le belle pagine che scrivi!
<3 <3 <3
Grazie, mio affezionato lettore :)
RispondiEliminaa te che sei vecchia almeno lo dice tua figlia con cui una trentina d'anni di differenza ci sono a me lo disse mio fratello ma con questa frase senza pensarci "pensa quanto sono vecchi quelli nati nei primi anni 80"....
RispondiEliminaCapirai! io sono anni 70, praticamente matusalemme!
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