martedì 15 febbraio 2011

Freak show

Una domenica al parco è l'occasione ideale per esaminare il caleidoscopio umano composto dalle famiglie con pupi.

Agli scivoli, c'è un'alta concentrazione di materiale umano, una ressa che non si vede nemmeno il primo giorno dei saldi, per le vie del centro.
Madri, padri, nonni, tate, sorelle, qualche cugino, e un'infinità di pupi.
Quando credi di averli adocchiati tutti, quelli spuntano da dietro gli alberi o escono del sottosuolo come tanti piccoli funghetti. Ingombranti e rumorosi.

Il primo approccio è silenzioso.
Si osservano le usanze dei membri del gruppo e, solo un momento dopo, si tenta l'inserimento.
Mi riferisco agli adulti, ovviamente, ché i pupi si lanciano nella mischia dopo un secondo, e in qualche modo se la cavano .
Certo, può capitare che qualcuno sia spinto giù dallo scivolo a testa in giù. O tenuto appeso per i piedi alle scale a pioli. O ancora, ficcato sotto la sabbia a mo' di struzzo.
Ma sono riti di passaggio necessari per l'ingresso nel clan.

Una volta ammessi nell'insieme genitoriale, si può cominciare a pensare di intraprendere un percorso dialogico con gli altri membri.
A tal proposito, è bene sapere che la prima domanda è sempre e unicamente una:
"quanti anni ha il Pupo?"
Del nome, importa niente a nessuno.
Del ruolo degli accompagnatori - madre, padre, rapitore occasionale - se ne fregano tutti.
Della possibilità che il pupo ficcato sotto la sabbia stia morendo soffocato, se ne infischiano persino i suoi genitori.
Il solo dato in grado di suscitare l'interesse del conciliabolo genitoriale è l'età del pupo.
La ragione è chiara.
Su quella base si sviluppa il confronto e il materiale di conversazione.
"Tre anni?? oh che carino" ti dicono.
Poi, appena voltano l'angolo, attaccono in privato "Cacchio! il nostro a tre anni già aveva progettato lo shuttle per la luna, ti ricordi?".
"due anni?" Dicono della pupa "ma è molto alta"
"insomma" replico io, guardando quella che mi sembra una nana denutrita.
"sembra sveglia"
"anche troppo"
"parla?"
"Sì, ma capire quello che dice non è facile. Ha una pronuncia cino-roman-anglossasone" e intanto penso alla mattina, quando mi ha portato il cellulare dicendo "mamma, il tuo PILOFININO SONA"
"da quando usa il vasino?"
"Emmm, no, ancora non usa il vasino" Balbetto imbarazzata "ogni tanto fa la pipi nel water, ma io non ci sono mai e non riesco a trovare il tempo di insegnarle bene"
"Noooo" mi dicono con disprezzo, mentre fisicamente chiudono il cerchio del loro malefico clan. E intanto una delle mamme, rincara la dose "la mia ha imparato ad un anno. Le ho tolto il pannolino, in due giorni ha imparato e adesso, che di anni ne ha due, non lo usa più neanche la notte".
Ho il battito accellerato, "oh che brava" riesco a dire , mentre si insinua in me la convinzione che io sia  la madre peggiore del mondo.
"beh, del resto è un bambina eccezionale, a tre mesi già mi ha detto mamma, si rende conto! è così precoce" insiste quella.
"ohh" replico depressa, mentre guardo quel genio di bimba attaccato alle gambe della mamma.
Il Genio, però, sembra ammuttolito e attonito.  Forse, ha parlato tanto nel primo anno di vita che adesso non ne ha più voglia.

Anche se escluso dal consesso delle madri, il bravo genitore può passare il suo tempo a studiare le tecniche educative dei suoi simili.


E così, ecco che adocchio la madre modello anglosassone. é seduta e legge un libro su una panchina, non parla e soprattutto non vede i suoi figli che si appendono a testa in giù da un ramo, né sente le urla belluine che cacciano mentre giocano.

C'è la mamma "sono bambini", li osserva compiaciuta mentre picchiano quelli in fila per l'altalena allo scopo di salirci per primi, fa un sospiro e dice "ehh sono bambini!".

Laggiù, c'è  una mamma nazista. Chiacchera allegramente con le vicine di panchina, interrompe la conversazione solo occasionalmente per emettere sibili glaciali appena percepibili all'orecchio umano: "Tu smettere immediatamente o io portare zubito casa, ya".

C'è la mamm-ansiosa, quella che segue passo passo i pupi, disposta anche ad arrampicarsi sul castello gonfiabile o restare con il sedere incastrato nello scivolo, pur di non perderli di vista un momento. Irrompe continuamente nei giochi dei pupi per a) mettere il cappello di lana, b) togliere il cappello di lana, c) soffiare il naso, d) pulire le manine, e) infilare la giacca, f) togliere la giacca , g) rimettere la giacca, ma togliere il maglione, h) sputare su un fazzolettino e pulire la faccia dei figli (Come se la sua saliva possa essere meglio di un pò di erba). Se per caso il pupo riesce a divertirsi un nano secondo, viene colta da panico, lo ritira e corre a casa pensando che il rossore sulle guance sia un principio di rosolia.

Poi, c'è la mamma italica, è una specie molto diffusa nel nostro paese, e si contraddistigue facilmente per una caratteristica: l'urlo belluino che si intromette fugace in ogni conversazione e sovrasta qualsivoglia altro rumore "PuPooooo SMETTILA IMMEDIATAMENTE, ADESSO CONTO FINO A CINQUE POI VENGO Lì E TI FACCIO PIANGERE. PUPO UNO. PUPO DUE. ecc.".
Dopo il primo richiamo, è sufficiente ripetere il nome del pupo per suscitare in tutti i presenti, pupo escluso, un moto di terrore.
Li sento echeggiare dai quattro angoli del parco:
"RAUL!"
"MATISSE"
"MILO"
"NAOMI"
"CHANEL".

Ce ne sono ancHe di composti, che, devo dirlo, per la lunghezza perdono un po' di efficacia.
Dal calcistico "DIEGO ARMANDO", ad un classico "CESARE AUGUSTO", sino all'ecumenico "GIOVANNI PAOLO".

In mezzo a cotanta abbondanza, provo vergogna a confessare il nome della pupa.
Come si chiama, mi chiedono infine alcune mamme.
 "pupa" dico imbarazzata.
"pupa e poi?"
"pupa e basta"
"mmm ahh sì certo, un bel nome classico" che è un modo carino per dire che è un nome da vecchie bacucche.
Già lo so cosa pensano questi genitori "cosa potrà fare questa povera bimba con un nome così?"

E va bene, ho capito, a Impero e Pontificato ci rinunciamo.

2 commenti:

  1. Fai bene tu, ad essere onesta sulle capacità di Anna (che poche non sono) e sulle cose che ha appreso all'età sua (e anche queste non mi sembran poche); piuttosto che mentire come secondo me fanno alcune mamme...
    "pilofinino sona" è pura poesia fonetica :)
    Eppoi Anna è così bello come nome.

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  2. Ti assicuro che le mamme non mentono, non con coscienza almeno. Sono assolutamente convinte di quello che dicono.
    Ogni mamma ritiene che il proprio figlio sia meraviglioso, per fortuna.
    Applicano ai figli quelli che sono gli atteggiamenti che sono loro propri. Se una mamma appartiene alla cetegoria di donne secondo cui tutto quello che fanno è super, fantastico, eccezionale (io ne conosco diverse e le trovo piacevoli, perchè, nel giro di poco, anche tu che gli sei amica diventi "super, fantastica, eccezionale"), sarà così anche con i figli.
    se una mamma è una criticona ipercritica, ma simpatica, parlerà dei figli usando i toni di una criticona, iper critica, ma simpatica.
    Comunque, con il prossimo post renderò giustizia a mia figlia e alla sua genialità...ché ieri sera mi ha reso così orgogliosa! :)

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