giovedì 24 febbraio 2011

Autolesionismo

Fra le varie pratiche di autolesionismo che noi donne amiamo dedicare a noi stesse ce n'è una che si ripete, più o meno, una volta al mese: la ceretta.
Appartiene al genere anche la più odiosa delle pratiche di depilazione - correggo, epilazione, ché la depilazione non comporta lo strappo feroce del bulbo pilifero, ma solo la eliminazione del pelo superfluo -, la ceretta all'inguine.
Per anni, ho frequentato i centri estetici suggeriti da mia madre o dalle madri delle mie amiche. Bugigattoli al profumo di limone, dove lavorano signore di mezza età, poppute e materne, che ti strappavano via i peli con dolcezza, raccontando delle prodezze dei propri figli e/o nipoti.
La cliente abituale dei bugigattoli estetici ha circa 50 anni, la stazza dell'uomo tigre (in pensione) e l'agilità di una mucca in gravidanza.
Il massimo che le viene chiesto, dunque, consiste nel salire sul lettino, magari aiutata da un comodo gradino, sdraiarsi, chiaccherare amabilmente, dissimulando il dolore, e abbondanarsi alle abili e materne mani della giunonica estetista. 

Ultimamente, però, ho scoperto che proprio vicino a casa ho un comodo e moderno centro estetico, con prezzi  convenienti, brave estetiste e avventrici un po' meno attempate.
Sicché, ho dirottato le mie voglie autolesionistiche verso quei lidi.
Ho così scoperto che una seduta di epilazione all'inguine è ben più invasiva di una visita ginecologia.

Dal medico, infatti, dopo tre quarti d'ora di chiacchere, ti sdrai su un comodo lettino, il Dott. da una sbirciatina discreta, puccia qualcuno dei suoi arnesi, magari un cotton fioc gigante, incarta tutto, ti fa rivestire, chiacchera con te altri tre quarti d'ora e ti saluta con un bacio. Nella peggiore delle ipotesi, ti da un palpatina alle tette e ti prescrive un paio di analisi.

Nel moderno centro estetico, invece, ti viene chiesto di salire con un balzo sul lettino e adottare posizioni al limite del contorsionismo. Il tutto in un silenzio tombale carico di significato ("mamma com'è flaccida e pelosa questa").

Ecco cosa è successo a me:

"adesso facciamo l'inguine signora, va bene?"
"sì, grazie"
"allora lasci penzolare le gambe come un peso morto giù del lettino"
Ok, questo è facile. Certo un po' tirano e mi sento un orango appeso a un ramo, ma ce la faccio.
"adesso tiri su la gamba destra e la tenga dritta"
Mpf, mpf, sbuffo nella mia mente, mentre forzo un sorriso, e intentato penso: ma quanto dura sta tortura?
Ogni volta che la ragazza si gira per prendere nuova ceretta incandescente tiro giù la gamba e mi riposo, ma sono comunque esausta.
"può tenere con la mano qui?"
"mmmm" mugugno, mentre con una mano sono costretta a trattenere la ciccia delle cosce per evitare che copra la ceretta, facendola appiccicare dapperttutto, tranne che nel posto giusto.
"Adesso, pieghi le ginocchia verso il petto, tutte e due le gambe insieme"
"bene, ecco" questo sulla carta sembra più riposante, in realtà è un massacro.
"le pieghi e le avvicini al petto più possibile, prego".
...
"il più possibile" insiste, scandendo le sillabe.
"più di così non vanno" spiego io, mentre cerco di cacciare le tette sulla schiena, come fossero gobbe di cammello.
"ah, vabbè. allora tiri qui"
"dove?"
"le labbra"
ehhh?? penso. ma che mi sta facendo questa?!
"adesso tiri su la gamba sinistra e la tenga distesta verso l'esterno afferrando la caviglia"
cosa? e chi c'arriva alla caviglia?
Mentre mi divincolo come un polipo in un barile, sembra che la tortura sia finita.
Mi viene concesso di girarmi. Sono talmente stanca che quasi mi appisolo, mentre quella mi strappa con violenza tutti i peli.
L'inguine si fa anche dietro.
Lo so, non è inguine, ma qui al centro estetico da giovani donne atletiche ci tengono che le clienti siano glabre come poppanti (a proposito, perchè si associano le membra imberbi ai pupi? Mia figlia è nata che sembrava un pastore bergamasco, quel cane rasta con le trecce che toccano per terra, ed è ancora pelosa come una scimmia).
"Si metta carponi, signora"
Ancora? penso, disperata. Ma eseguo, anche perchè non sembra ci siano alternative.
Intanto maledico la mia dedizione alla casa che mi ha fatto sistemare la camera dei giochi di mia figlia, domenica mattina. Non potevo inventare un'attività più faticosa. Trenta minuti di corsa non sarebbero riusciti a ridurre i miei musculi in pontiglia come mettere in ordine quei maledetti giochi.
"Tenda la Gamba, signora"
"ummm"
Mentre sento i muscoli in fiamme, quella, forse, ha finito.
Mi accascio esausta.
"Ahh, ho dimenticato di farle la parte sopra (della patata, ndr), la vuole?"
"NNOOOOO, grazie!" esclamo, angosciata.

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