30 dicembre, ore 19.00, sono ancora in ufficio.
Telefono a casa, consapevole del fatto che il frigorifero è vuoto.
Risponde l'Orco.
"Ciao, per caso hai fatto la spesa?" dico io "altrimenti passo al super, perchè non c'è proprio niente".
"no, no, è tutto sotto controllo" replica "sono andato io, ho comprato un sacco di roba, tutto quello che ci serve"
"ahh, mmm, sicuro? non manca proprio niente" insisto, dubbiosa.
"Niente! non sono un uomo da sposare, eh?!"
"Trovati una" dico perplessa.
Ride (evidentemente, non ha capito che io ero seria).
"Vabbé, allora vado" Taglio corto.
Attraverso il supermercato da cui necessariamente passo prima di recuperare l'auto, carica di dubbi. Dentro di me lo sento che dovrei fermarmi, ma voglio dare fiducia all'Orco.
Arrivo a casa alle 20.30, distrutta. L'Orco e la Pupa hanno già cenato e sono sdraiati, con il ventre gonfio, sul divano.
Per me non c'è niente di pronto.
Vabbè, poco male, penso scioccamente, troverò qualcosa nel frigo.
Lo apro. C'è l'eco.
"scusa, ma dove sarebbe la roba che hai comprato?" lo interrogo.
"é in frigo, non vedi?"
C'è solo una misera confezione di prosciutto cotto, 100 gr (io odio il prosciutto cotto, e comunque, se io mangio quello, nei successivi tre giorni che si mangia la Pupa?).
"ma cacchio!" sbotto "non hai comprato niente! domani sarà un casino, dopodomani è festa, il giorno dopo è domenica e noi di che viviamo?"
"Umpf" comincia a sbuffare "lo sapevo che non ti sarebbe andata bene la mia spesa" (Spesa? ma quale spesa, penso io, frattanto).
"Domenica è tutto aperto e vado a comprare qualche altra cosa" prosegue lui.
"tutto aperto? ma dove? la domenica dopo capodanno? e comunque fino a domenica di che viviamo?" chiedo, osservando che non c'è nemmeno il latte.
"Adesso tu vuoi veramente sostenere che da qui a domenica noi moriremo di fame? Rispondi correttamente alla domanda" comincia con fare scientifico, mentre io sento il sangue che mi sale al cervello "da qui a domenica possiamo morire di fame?"
Sono consapevole che parlare adesso significherebbe aprire le bocche dell'inferno. Scelgo il silenzio.
"E comunque" conclude, mentre io mi mordo la lingua "ho comprato la nutella".
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