Era chiaro che l'apertura di un blog mi avrebbe creato qualche guaio con amici, famigliari e colleghi.
Mia madre, mortalmente offesa, già minaccia sciopero ad oltranza nell'accudimento della Pupa.
Mio padre ha da ridire sulla sua descrizione fisica (peraltro, frutto dello spirito di osservazione della Pupa), nonché su alcune considerazioni da me rese sullo "Studio".
L'Orco non ha ancora proferito parola, nel senso che, da quando ho aperto il blog, non mi rivolge più la parola e dorme da solo in un'altra stanza (secondo me, ancora non l'ha letto).
La Pupa, grazie al cielo, non sa leggere (anche se lei è convinta del contrario), ma quando imparerà - è chiaro - dovrà contestualmente prenotare una visita psichiatrica per superare lo shock emotivo.
Il boss... beh, il boss si dice entusiasta (del resto, fa ormai parte del personaggio).
Ha, però, voluto precisare: "certo, col vittimismo, voi donne risolvete tutto".
Vittimismo? Ma quale vittimismo?
Deve aver percipito un moto di stupore sul mio volto, perchè ha proseguito:
"Ma sì, sì, del resto avete ragione, da quando vi hanno fatto prendere la mela nell'Eden".
Avrei voluto aggiungere e dei dolori del parto, ne vogliamo parlare?
Senonché, ancora una volta, sono rimasta incantata ad osservare l'abisso che separa l'uomo dalla donna.
Eh sì, perchè per me le vittime sono quelle piagnucolose che passano il tempo a lagnarsi, le moderne prefiche (onde evitare spiacevoli equivoci, dicesi prefiche le donne pagate per prendere parte alle cerimonie funebri, lagnandosi ostentatamente) che non perdono occasione per fermarti, posizionare la loro mano sul tuo avambraccio e cominciare l'elenco (infinito) delle loro disgrazie.
Non giudico vittime le donne che partoriscono - con dolore, ma in silenzio (non credete ai film, le donne non partoriscono urlando, il dolore le blocca e poi, a dio [non] piacendo, arriva pure l'anestesista) - quelle che lavorano - a capo chino, e senza mai un lamento (è chiaro che ci lamentiamo e piangiamo sulle pratiche, ma solo quando nessuno ci vede!) - quelle che accudiscono i figli - con piacere, ma nei ritagli di tempo - e quelle che sopportano - non tanto silenziosamente, ma comunque sopportano - di dividere la loro vita con dei mariti tanto diversi da loro che niente di quel che l'uno o l'altra fanno va mai reciprocamente bene.
Devo, poi, ammettere che credevo fosse assolutamente evidente, dal blog, che io nella vita ricopro il ruolo di carnefice e non di vittima. Che le vittime sono quei poveretti che mi capitano a tiro, i tapini che divino il tetto coniugale, i famigliari che sopportano le mie freddure e, in generale, tutti i protagonisti delle mie spietate cronache.
Del resto, non é certo colpa mia se il mio prossimo è fonte, per me, di continua ispirazione.
Non é colpa mia se gli uomini che fanno la spesa comprano solo Cocacola e nutella.
Non é colpa mia se le donne sono animali sociali e, soprattutto, razionali e gli uomini sono diventati romanticoni ed emotivi.
Ed è forse colpa mia se, da quel fatidico giorno nell'eden, il medico ci ha raccomandato di mangiare una mela al giorno?
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