martedì 25 settembre 2012

gioie di famiglia

ci sono momenti che ripagano di ogni sacrificio.
momenti che allontano lo spettro di medea e
consentono di rimandare la visita dall'analista.
vedere tua figlia che ti scorge arrivare
mentre ti aspetta sotto uno studio medico,
vedere il suo viso che si illumina d'improvviso
quasi che avesse visto una fata vestita di luce,
senza che importi che tu sia sfatta come un budino,
che da secoli non vedi un parrucchiere,
 che il tuo incedere
- complici i piedi costretti in un paio di scarpe troppo strette e alte -
rcordi quello di un pinguino ubriaco.
e'uno di quelli.
vederla che si stacca dalla nonna
e ti corre incontro con le braccia aperte,
e'un altro di quei preziosi momenti.
sei al settimo cielo.
arrivi persino a pensare di essere una madre passabile.
e non ti accorgi, quasi,
che la piccola ti si e'gettata al collo,
 che ti e'impossibile sorreggerla,
perche'fra le braccia gia'rechi:
fascicolidisettecauseduratedieciannisoloinprimogrado,
nonche' borsa contenente:
mazzo di chiavi chemancosanpietro,
trousse per ritocchini al makeup in ufficio stiletruccatriceprofessionistaallafashionweekdimilano,
telefonino a caffettieraancoracollegatoacaricabatterieasuavoltacollegatoalpc
 (si'quando hai visto che faceva le dichiarazioni di matrimonio non hai potuto evitare di comprare quello: il piu'enorme, sfacciato cellullare che abbiano mai prodotto),
portafoglio privodicontantimacontantibigliettidavisitatesserepuntimoneteschedinescontrinifatturebancomatcartedicreditoecc.ecc., tanto insomma quanto basta a farlo somigliare ad una sansonite rigida con rotelle,
pacchi di fazzoletti formatobrancodielefantikenianicomraffreddore,
piu'varie ed eventuali (fra cui cerotti, disinfettante, pantofole, calzini da bambino usati, pannolini, shampoo e balsamo, spazzolimo da denti, rimasugli del pranzo).
quasi. quasi non ti accorgi.
perche', a dirla tutta,
il pensiero, subito dopo
"che meraviglia, mi corre incontro, mi ama,
ne e'valsa la pena", e':
"ma che fa, per dindirindina?? mi strangola???".
il numero dell'analista, prego.

domenica 23 settembre 2012

le scale

sabato pomeriggio.
dopo interminabili discussioni, un inseguimento all'ultimo respiro
fra salotto e cucina per infilare alla pupa un paio di scarpe e una maglietta - purttoppo sotto gli occhi attoniti ma attenti del mannarino (lo so che sta assimilando tutto il peggio, lo sento!) -, ecco dopo tutto questo, finalmente, usciamo.
dobbiamo fare la spesa, ma prima, da bravi genitori quali siamo, abbiamo promesso un gelato.
mannarimo e orco si sono appropriati dell'acensore. io e pupa siamo costrette all'uso delle scale.
gia'al primo gradino, attacca:
"uffa!!sono troppo stanca per fare le scale".
sottolinea le sue lamentele con oscillazioni delle braccia ed enfatici piegamenti delle ginocchia.
"ahh ma allora ti ci vuole proprio un bel gelato per recuperare le energie!!"
"macche'gelato!! mi ci vuole l'ascensore!!"