lunedì 2 maggio 2011

La battaglia della corteccia cerebrale

Durante la piccola pausa di relax del fine settimana (la pausa relax del fine settimana non sembra particolarmente interessante ad un occhio inesperto - la Pupa mollata al nonno per la visione dei Barbapapà su Youtube, avv. mommy e nonna crudelia che si litigano le riviste sparse per la casa - ma posso assicurare che rispetto alla routine quotidiana della mamma lavoratrice è un grande miglioramento), mi è caduto l'occhio su un articolo particolarmente interessante.
Riportava i risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricerca dell'Università di Milano, diretto da alcune piscologhe.
La ricerca ha dimostrato che i pregiudizi  degli uomini nei confronti delle donne sono radicati nella parte più remota del cervello, impressi a fuoco nel dna dell'uomo, parte dello stesso cromosoma Y, connaturati al loro istinto primordiale. Solo con un grandissimo sforzo della corteccia cerebrale alcuni uomini riescono maldestramente a tenere a freno i pregiudizi nei confronti delle donne.
La corteccia, in pratica, è costretta ad ingaggiare una guerra quotidiana contro i pregiudizi. Esausta com'è dalla lotta continua, è sufficiente associare la parola "femminile" al termine "forza" che va già in tilt, rivelando il nocciolo duro dei pregiudizi. Se poi si applica un campo magnetico capace di bloccare parte delle attività cerebrali, la corteccia batte definitivamente in ritirata.
Povera corteccia.
E però, chi l'avrebbe mai detto che il maschilismo è insito negli stessi neuroni dell'uomo? (E chi l'avrebbe detto che anche gli uomini hanno i neuroni?...)

Il giornalista definisce i risultati della ricerca "sorprendenti". Si tratta di un uomo, è evidente.
Ché qualsiasi mamma che abbia visto un piccolo uomo all'opera, suo o di altri, è consapevole del fatto che - nonostante gli  sforzi materni - è un egocentrico maschilista in erba.
Tollera la mamma, se è fortunata. Ama le bambine, purchè bionde e delicate e lente nella corsa. é convinto che le donne possano fare le maestre dell'asilo, ma che già per l'insegnamento alle scuole elementari siano inadeguate. Se vede una donna vestita da vigile, strabuzza gli occhi e sospira. Se la mamma torna dal lavoro stanca e si rifiuta di prepare la cena, è colto da gesti di disappunto (quasi un riflesso condizionato), si scambia occhiate di intesa con il padre e da pacche sulle spalle del fratellino.
Non tutti sono uguali, è chiaro.
E infatti.
Il tipo A, all'asilo, è un bullo, qualsiasi cosa desideri la ottiene con un unico primitivo mezzo: un bieco uso della forza. Morde, scalcia, tira i capelli, ruba i biscotti dalla mani degli altri bambini.
Il tipo B, non usa la forza fisica, ma è convinto di avere un sacrosanto diritto di nascita ad essere preferito alle femmine nella distribuzione di qualsiasi cosa.
Il tipo C - quello gentile, delicato, rispettoso, attento - probabilmente, è gay.

Sono ancora intenta a riflettere su questi temi, quando mi ricordo di un episodio recentemente occorso.

La pupa è arrivata nel lettone, già pimpante alle nove di mattina (di domenica), si è insinuata sotto le coperte, ha sintonizzato la tv sui cartoni, e mi sta saltando sulla pancia.
Cominciano i Teletubbies (quei mostri culoni e colorati, con la tv al posto della pancia e un'antenna sulla testa, comandati a bacchetta da una diabolica voce fuori campo e accuditi da un aspirapolvere), la Pupa batte le mani.
"ma come fanno a piacerti? Sono orribili" dico io.
"no, mamma" risponde risentita "non sono orribili, sono belli, belliiiisssimi"
Come di consueto, a metà del programma, parte un docu-cortometraggio che ha per protagonisti bambini veri (beh, veri, diciamo in carne ed ossa).
Salutano e ridono contenti, mentre stendono il bucato. "Molletta" ripetono come automi privi di cervello. "Molletta".
Ma intanto attaccano tutti i panni e li stendono a dovere.
"Però" penso "hai capito che furbi 'sti teletubbies, schiavizzano i pupi per stendere il bucato e quelli sembrano pure divertirsi".
Ho un'idea improvvisa e dico : "oh guarda, amore, non ti piacerebbe stendere i panni?? Guarda che bello, come si divertono".
La pupa si volta lentamennte verso di me, alza un sopracciglio e sbotta "EHH????". L'equivalente della risposta adulta: "ma scherziamo??".

Ci riprovo: "ma dai, guarda com'è divertente! non ti piacerebbe stendere i panni?"
"Uffa, no, mamma, no. Io no" e ride "io non stendo i panni, no, no. Papa stende i panni, no io!".
Non contenta, si volta verso l'Orco: "Papàààààà" urla "Papàààà svegliati! Papàààà vai a preparare il latte!"
"mmm no, ci va mamma" borbotta lui da sotto il cuscino.
La Pupa mi guarda e io chiarisco un concetto basilare "non ci penso proprio, oggi è domenica"
"Papà, oggi è domenica, tocca a te" dice lei con convinzione, nuovamente voltata verso di lui. Poi, mi guarda, annuendo soddisfatta.
"Perchè non ci vai tu, Pupa?" dice lui.
"IO?????" risponde inorridita "ma Papà che dici? Io non posso!"
"Come non puoi, perchè?" chiede L'orco, ormai del tutto sveglio, e già depresso.
"Io sono piccola... e poi, lo faccio cadere. Il latte lo devi fare tu, su vai ora".
Mi si accoccola sulla pancia tutta contenta e mi bacia "bella mammona mia" dice, mentre l'Orco si alza, ingobbito, e con gli occhi ancora chiusi, e si reca in cucina.
"e ricordati anche il caffé per me" gli rammento.

Ma insomma, la ricerca è chiara: io e la pupa non abbiamo responsabilità!
Non è colpa nostra se qualche pregiudizio contro gli uomini resiste; non è colpa nostra se non riusciamo a tenere a bada il nostro dna e il battagliero cromosoma X!
La colpa è della corteccia cerebrale!
E però, non gliel'abbiamo mica detto noi di rinunciare alla guerra; non le abbiamo suggerito noi di diventare vegetariana e non violenta; non l'abbiamo invitata noi a partire per una vacanza spirituale in Tibet!

5 commenti:

  1. Mi sa che con le vostre cortecce cerebrali, in vacanza in Tibet, ci sono anche quelle dei 4 maschi di casa mia. Ovvero:
    - due esemplari di tipo B (esseri superiori per investitura divina): marito e primogenito;

    - un esemplare di tipo A (secondogenito prepotente e incazzoso;

    - un esemplare di tipo C (vicino gay, presenza fissa a casa mia, e che per quanto gentile e premuroso, del genere maschile conserva l'irragionevole pretesa di comandare.

    Ma quanto può costare un volo charter per recuperare queste cortecce disperse e forse,per me,un briciolo di speranza?

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  2. ahah :D
    non a caso, sei una delle mie predilette fonti di ispirazione!
    qualsiasi sia il prezzo, direi che ne vale la pena!

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  3. Sempre brillante!
    Mi devono aver scortecciato da piccolo; io credo di essere il tipo C-bis; ovvero gentile, delicato, rispettoso e attento ma non gay... Anche un po' incazzoso e non del tutto restio all'uso della forza bruta.
    Ad ogni modo, confesso, ho provato un istante di tenerezza per il Melo alla fine della nota.

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  4. Sì, ecco, un istante... che poi svanisce rapidamente, ripensando a tutte le sue quotidiane prodezze (altrimenti detti i miei tormenti!)?

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  5. Belva!
    Ma hai ragione... :D

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