Viva le donne che, diventate mamme, non hanno rinunciato al lavoro, ai propri interessi, alla propria vita.
Sarò sempre dalla parte di queste donne e mamme, dalle molte funzioni.
Però, bisogna essere onesti e dire tutta la verità.
E la verità è che, spesso, i figli delle mamme che lavorano - o comunque quei pupi cresciuti da colf, tate, governanti, cameriere, baby sitter, ecc. - sono colpiti da una grave forma di psicosi.
La pupa ce l'ha, i figli delle amiche ce l'hanno, i pupi dell'asilo con le predette caratteristiche (mamma per lo più assente) ce l'hanno.
Ovviamente una ragione c'è, ed è anche piuttosto evidente.
Si tratta di pupi cresciuti a pane, teletubbies (e cioè quel programma televisivo in cui quattro mostri colorati vengono accuditi da un ASPIRAPOLVERE !!) e pulizie della casa.
Mollati a casa con una poveretta cui viene affidato il compito di giostrarseli, tenere la casa in condizioni decenti, stirarere, lavare e cucinare, è facile immaginare che passino la maggior parte del tempo ad osservare la povera donna intenta a mondare, spazzare, stirare, lucidare, tagliuzzare, cucinare, dare la cera e togliere la cera.
Facile pure che quella gli dica di non sporcare ove lei ha appena pulito, di non fare un bordello nella stanza che ha impiegato circa due ore a risistemare, o spieghi le tecniche migliori per lucidare i pavimenti e stirare le camicie, tanto per parlare di qualcosa.
E così, ecco che crescono tanti piccoli maniaci.
I piccoli zozzoni lasciati a casa dalle mamme, con le mani coperte di colori, la faccia unta di sugo e il pannolino sporco, si trasformano in quattro e quattr'otto in tanti piccoli pulitissimi cenerentoli.
Tutti irrimediabilmente affetti da sindrome compulsivo-paranoica da casalinga frustrata: la mania della pulizia.
Non può cadere goccia d'acqua a terra che subito si scapicollano ad asciugare.
Girano per la casa muniti di straccio (a dire il vero di stracci ne hanno diversi, uno per ogni superficie).
Se li abbandoni un istante, li ritrovi intenti a lucidare tavoli, sedie, pavimenti.
Usano ogni attrezzo dalla superficie vagamente piatta per stirare i vestiti delle bambole.
Se il tavolo apprecchiato per la cena presenta un alone o un coltello appena disallineato, non ce verso di farli sedere. Scappano a nascondersi, colti da crisi di pianto, sino a che non è fatta piazza pulita del disordine.
Se c'è qualche strano odore in giro, in preda al panico, urlano fino allo sfinimento.
Ogni occasione è buona per lavarsi, mani, piedi, denti, e in quel frangente ne approfittano per dare una bella sistemata al bagno.
Hanno già classificato i detersivi in buoni o cattivi e sono perfettamente in grado di spiegare alla mamma quali deve comprare al supermercato.
Sanno anche inquadrare le tate o aspiranti tali con due rapide occhiate, capiscono immediatamente chi pulisce bene e chi invece no.
Se i vestiti da indossare non sono morbidi, stirati e profumati non se ne parla di infilarseli: "chi ti ha detto di fare la lavatrice senza ammorbidente, mamma!".
Tuttavia, non provate a proporgli l'acquisto di scope, lavatrici o ferri da stiro giocattolo, vi guarderanno inorriditi, la pulizia è una cosa seria, e comunque, principalmente, è compito della tata (ma non quella che ha scelto la mamma, che quella pensa solo a giocare, una che pulisce davvero ci vuole).
Naturalmente, la acquisita ossessione maniacale per la pulizia contribuisce a rendere le povere mamme ancora più frustrate.
Incapaci di lavorare, gestire figli e mariti e tenere anche in ordine la casa, non si sentiranno mai all'altezza di pupi e tate.
E rientrare di nascosto in casa, correre in bagno per cambiare i vestiti stropicciati da tredici ore di lavoro e cercare di risistemare i capelli ormai afflosciati come un papavero morto, non basterà a dimenticare quello sguardo di disapprovazione negli occhi dei pupi.
Io, almeno, consapevole della mia incapacità anche solo di caricare la lavapiatti, mi sento molto, molto frustrata.
La pupa, poi, ha - credo - la forma più acuta di rupofobia. In poche parole, è da ricovero.
Non solo la ritroviamo spesso inginoccchiata a pulire i pavimenti, e subito dopo averli lucidati viene a cazziarci: "adesso però non sporcate più eh! ché io ho pulito tutto". Ma pretende di pulirsi i piedi sullo zerbino anche prima di usicire da casa o dall'asilo.
Guai a provare a spiegarle che non è necessario pulire i piedi per uscire, caso mai per rientrare! Si blocca e concede uno dei suoi sguardi inquisitori: "ma come tu non te li pulisci i piedi? che schifo!".
Innanzi a tali occhiate, è impossibile non spazzare le suole, prima di affondarle nel fango del giardino.
Non ci posso credere! Davvero Anna è diventata così? Siamo ad un passo dall'ossessivo/compulsivo...
RispondiEliminaAnche a me, alle volte, viene da pulirmi le suole su di un zerbino uscendo (da casa, da negozio, da altri luoghi); saranno residui di infantilismo? Appena possibile falle vedere "La Strana Coppia".
Aha :D che film geniale!
RispondiEliminasì anna è così, anche peggio. nel senso che alla rupofobia aggiunge la "schizzo-frenia". In pratica, ha dei momenti in cui ama la zozzeria... si sporca tutta e ci gode, lascia manate di unto ovunque e ti chiama per mostrartele soddisfatta... ma insomma, questo è un altro post (quello sul soggetto schizzo-ide).
meglio della mia sindrome da bambina, io giocavo solo a fare l'orfana dicendo a tutti che i miei genitori erano in cielo...
RispondiEliminaOddio, poveri! La pupa dice solo che io sono battiva e lei andrà a vivere da sola
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