venerdì 15 aprile 2011

La scuola dell'obbligo

Un tempo, si dice, erano gli snob, i pariolini, i san babilini, i borghesucci, i nobili e i vip a snobbarla.
Adesso, evidentemente si è rotta ed è lei - la scuola pubblica - a snobbare la maggior parte delle famiglie.
Per sperare di poter varcare la soglia fatiscente di un istituto statale, comunale o provinciale, devi avere PUNTI.
Un pupo senza punti è bene che si rassegni subito all'idea di passare i suoi primi anni da studente con una divisa bianca e blu, in una elegante villa con giardino.
Un genitore senza punti è bene che corra subito in Banca ad accendere un mutuo.

Ovviamente, gli unici punti che abbiamo, io e la Pupa, sono quelli delle merendine. 
Di quelli alla Scuola pubblica non sanno che farsene. Così, ci hanno fatto sapere che il prossimo anno, così sprovvista di punteggio, la Pupa proprio non se la pigliano.

Avevo fatto rischiesta di iscrizione sia ad un asilo comunale (meglio, scuola dell'infanzia), sia ad una materna statale. Di più non si può. Non si capisce quale sia la sanzione comminata ai genitori che tentano l'iscrizione in tre/quattro asili (li mettono dietro la lavagna con le orecchie da asino?), ma comunque è vietato farlo.
E io mi attengo alle regole.

Nella Comunale, dal primo a mia figlia, ci sono 431 punti di distacco; nella Statale, è quarantesima nella graduatoria degli esclusi. Prima di lei, settanta ammessi, cinque con riserva, 39 esclusi; dopo di lei, altri 30 aspiranti piccoli studenti.

E pensare che per iscrivere la pupa all'asilo, ho passato un' intera settimana di febbraio a compilare moduli.
E la compilazione del modulo di iscrizione non è per nulla uno scherzo! Essere alfabetizzati, laureati, con master e dottorati non basta. Serve una preparazione specifica (mi hanno garantito gli altri genitori che, al terzo anno di tentata iscrizione,  la preparazione si acquisisce).
Ci ho messo tre giorni per capire cosa dovevo scrivere e dove andava inserito il dato. Per risalire ad alcune informazioni ho dovuto fare indagini anagrafiche e patrimoniali su me stessa.
Il giorno dell'apertura delle iscrizioni, ho visto mamme uscire con le lacrime agli occhi,  rimandate o bocciate brutalmente per errata compilazione del modulo.
A me, miracolosamente, hanno fatto i complimenti: "questo modulo è perfetto".
Io, naturalmente, mi sono guardata bene dal riferire che ci avevo pianto sopra per tre notti e tre giorni (ebbene sì, come faccio con le pratiche di studio), che ci avevo impiegato due settimane per compilarlo decentemente e che ho fatto tanti di quei tentativi andati male che con le brutte copie ci ho tappezzato la camera da letto.
Peccato che a punti stavamo messi molto male.
"ma lei non ha altri figli?" mi chiese  il dirigente scolastico.
"no"
"nemmeno in provetta?"
"no"
"Peccato, se la Pupa aveva fratelli piccoli o, meglio ancora, un gemello era ammessa di sicuro. Per caso, ha bimbi in affido o adottati?"
"No, ho una gatta, conta?"
"Per me sì" mi risposte la mia interlocutrice, rivelndomi di avere tre gatti e di chiamarli "i suoi bambini" (e come se no?).
"ma allo Stato, purtroppo, dei gatti non frega niente" aggiunse, laconica.
"sua figlia è sana?"
"se dio vuole, sì"
"Peccato!"
...
"non ha qualche parente andicappato? disabile? paralitico?"
"No" ho risposto demoralizzata, poi ho avuto un'illuminazione:
"Ho un marito! E - ovviamente - è deficiente, conta?"

A quanto pare, no, non conta.

2 commenti:

  1. Hai tutta la mia solidarietà e il mio affetto! Trovo che tutto questo sia folle; ma d'altro canto, il nostro, è un Paese folle...
    Magari tu e il Melo (Orco) fate a mettere ovuli e spermatozoi in una provetta e tentate di spacciarli per un figlio in arrivo. Non si sa mai!
    Grazie, come sempre, per le belle note che scrivi. <3

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  2. Chi lo sa, magari l'anno prossimo conterà avere mariti un po' rinco, gatte sovrappeso e un lavoro stressante...

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