E venne il giorno in cui i pupetti si riunirono al Parco-Scenico.
Il cielo era plumbeo, l'aria greve, l'umidità altissima.
In parole povere, secchiate di pioggia si abbattevano su masse di genitori inermi, spesso accompagnate da mini-fratelli piagnucolosi, legati a passeggini grondanti.
L'appuntamento fissato alle 9 meno un quarto del sabato mattina.
Sì, avete letto bene: le NOVEMENOUNQUARTODISABATOMATTINA!!
Una tortura!
Era una prova per i nuovi genitori, come me. Lo so, lo sento che era un prova.
E quindi, a costo di morire, DOVEVO arrivare alle novemenounquartodisabatomattina!! Truccata, vestita, profumata e, possibilmente, insieme ai bambini.
La preparazione fu traumatica. Sola, con due pupi mannari urlanti come nel plenilunio.
L'uscita fu devastante. Trascinavo passeggino, borsa della mamma (quella con i pannolini), borsa vera (quella con trucchi, portafoglio, cellulare, pc portatile, tablet, colazione, caramelle, dentifricio, assorbenti, ecc. ecc.), latte, caffé, seggiolino auto, divisa scolastica, scarpe di ricambio e due pupi mezzi addormentati e per niente contenti. Sotto le secchiate di pioggia.
Sola contro i mannarini.
Gli uomini, quando servono, non ci sono mai. Figuriamoci, se ci sono gli orchi. Gli orchi mancano anche quando non servono.
Fu dunque per mero orgoglio di nuova-mamma-nella-nuova-scuola desiderosa di non sembrare la peggiore di tutte che arrivammo alle novemenounquartoetresecondinetti a scuola.
Mollai la pupa alle maestre e subito mi lanciai con il mannarino per prendere posto nel teatro della scuola.
Si spensero le luci e cominciò lo show: le parole non gli renderebbero giustizia.
Fu un susseguirsi incessante di canzoni e poesie a tema natalizio, con molta, molta improvvisazione. La parte migliore.
Al termine, l'associazione dei genitori (quelli bravi, quelli che si occupano dei figli anche il pomeriggio, quelli che riescono a pensare ad attitività extrascolastiche e ad accudire anche i figli degli altri. Io, ovviamente, non ne faccio parte) ha regalato ai pupetti nientepopo'dimenoche Babbo Natale. In calzini (grossa crisi anche al polo nord, evidentemente).
Cantatemi una canzone di natale chiese Santa ai bambini.
"sì" risposero in coro quelli. E si levò l'inno:
"tanti auguri a te, tanti auguri a teee, tanti auguri a mamma, tanti auguri a te"
"eaehmm, non è che sia proprio natalizia questa..." disse Santa.
"Vero" risposero i pupi. "ne conosciamo un'altra" dissero.
E intonarono:
"buon natale a te, buon natale a te, buon natale a teeee, buon natale a teeee".
Va bene, dai, sulla melodia lavoriamo il prossimo anno!
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