14 agosto 2013. Ore 10.30. Scambio di sms.
"è il 14 agosto e sono già alla quinta telefonata quotidiana con il cliente. l'ho sentito più di mio marito. spero che a te sia andata meglio."
"sono ancora in ufficio. Il Boss"
"cosa? sei pazzo, vai al mare, non ne vale la pena... ma aspetta, chi c'è con te?"
"siamo solo io e il Super boss"
"e l'aria condizionata funziona? e le strade sono deserte?"
"sì e sì. ho finito una memoria, ma non riesco ad inviarla"
Sono tre settimane che sono sola con i miei figli al mare.
ogni mattina mi sveglio all'alba, cucino per il pranzo e per la cena, preparo la colazione e faccio il bucato.
Poi arrivano loro.
li lavo, li incremo e predispongo alla discesa in spiaggia.
durante queste operazioni arrivano "gli altri", il twin set dei vicini, i gemelli diversi che hanno deciso che noi siamo molto meglio della famiglia di origine e vivono a casa nostra dieci ore al giorno.
è il momento del primo analgesico. ne seguiranno altri, molti altri.
in questo momento, l'unico posto dove vorrei essere è l'ufficio. il mio polveroso, freddo e silenzioso ufficio.
ma capisco che non posso condividere questo mio desiderio con uno che è lì rinchiuso da undici mesi.
potrebbe prenderla male e correre a comprarmi i biglietti per il Sudan.
Così, scrivo:
"L'anno prossimo dimmelo che hai da fare, così mi organizzo per restare. oppure, organizziamoci per sostituirci a vicenda"
Ancora devo decidere se è un colpo di genio o di imbecillità. Lo scoprirò, l'estate prossima. probabilmente.
o nel corso del viaggio verso il Sudan.
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