Chiunque viva con uno di loro lo sa: gli orchi soffrono di gravi vuoti di memoria.
Gli chiedi di comprare pannolini per il mannarino? L'orco se ne dimentica.
Ma, insomma, non è la fine del mondo se il pupo rimane senza pannolini per un giorno.
Che sarà mai?
Al limite, lo troverai girare nudo per casa a marchiare ogni angolo di tiepida pipì, alzando la gambina e sgrullando il suo micro pisello a destra e a manca. Incantevole!
Arrivi a casa alle dieci di sera, distrutta da una giornata di lavoro e con una fame da iena in tempo di carestia? Diamine, l'orco si è mangiato tutta la cena con pupi e tata, dimenticandosi che anche tu mangi.
Vabbè, dai, può capitare, non muore nessuno. A parte te, di fame.
Esistono cose, nella società civile, chiamate dichiarazioni dei redditi?
Servizi che comportano l'esborso di una certa cifra di danaro alla ricezione di determinate comunicazioni scritte?
O ancora, mezzi di trasporto che necessitano di assicurazione o di un carburante per potersi muovere liberamente nel traffico?
Non ci sperate.
L'orco non dichiara ("ma scusa, anche io devo fare il 730? e perché?" "perché sei vivo."),
non paga ("ma come? c'è una scadenza per pagare le bollette? Vabbè, in fin dei conti, questa penombra è molto romantica..." "sì, mentre io accendo le candele, mangi tu tutta la carne che c'è nel freezer?" "Ma certo, ho una fame!" "vai comincia, allora" "ehh, ma, amo, è cruda!" "e tale rimarrà, non ricordi che hai voluto i fornelli elettrici, perché più sicuri per i bambini?"),
non assicura ("amo, mi hanno rubato la macchina..." "ma come? quel catorcio?" "sì..." "vabbè, meglio, con i soldi dell'assicurazione ti compri il motorino" "ehhmm, no, è che... ho scoperto che l'assicurazione era scaduta due mesi fa" "ohh... e, lasciami indovinare, da sola non si è rinnovata?")
e non rifornisce ("la macchina non cammina... puoi chiamare il meccanico?" "l'ho già chiamato, ha detto che con 50 euro di benzina ha risolto tutto..." "oh, fantastico, è proprio bravo! e quanto ci è costato?" "150 euro" "stupendo, è anche economico!").
La pupa aveva tre mesi, quando il disturbo si rivelò la prima volta.
Avevo impiegato trenta minuti di ninne nanne, scrollamenti, lanci in carrozza da parete a parete per farla addormentare.
Uscita dalla cameretta, trovai l'orco tutto preso da un conversazione telefonica. Il tono era quello degli orchi: milioni di decibel. (Il tenore, il solito, quello degli orchi-boys: "io userò spider man, ha più crediti. No, Batman è una sega. Non fa danni").
E così, benché il tema trattato fosse di vitale importanza per la sopravvivenza dell'umanità, azzardai un'interruzione: "Parla piano ché la bambina si sveglia".
"eh? cosa? Ma quale bambina?"
E dire che, all'epoca, ancora ricordava di spegnere la tv prima di addormentarsi, di accendere il gas sotto la pentola, di chiudere la porta di casa dopo aver preso le chiavi, di cercare la patente nel cassetto dei calzini prima di mettersi alla guida.
Negli anni, la memoria è divenuta via via più labile.
Un anno fa:
"Sto per partorire, vieni?"
"ma perché sei incinta?"
Sei mesi fa:
"hai preso la Pupa da scuola?"
"Ma perché va a scuola?"
Una settimana fa:
scendo dall'auto, mi reco a buttare una cartaccia, lo vedo che sopraggiunge e mi tende la mano.
"Andiamo?" dice.
"sì, ma scusa, e il Pupo dov'è?"
"ehh, chi?"
"il Pupo, tuo figlio"
"Ah già, quello! è in macchina, credo...".
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