domenica 18 agosto 2013

a metà del viaggio

14 agosto 2013. Ore 10.30. Scambio di sms.
"è il 14 agosto e sono già alla quinta telefonata quotidiana con il cliente. l'ho sentito più di mio marito. spero che a te sia andata meglio."
"sono ancora in ufficio. Il Boss"
"cosa? sei pazzo, vai al mare, non ne vale la pena... ma aspetta, chi c'è con te?"
"siamo solo io e il Super boss"
"e l'aria condizionata funziona? e le strade sono deserte?"
"sì e sì. ho finito una memoria, ma non riesco ad inviarla"

Sono tre settimane che sono sola con i miei figli al mare.
ogni mattina mi sveglio all'alba, cucino per il pranzo e per la cena, preparo la colazione e faccio il bucato.
Poi arrivano loro. 
li lavo, li incremo e predispongo alla discesa in spiaggia.
durante queste operazioni arrivano "gli altri", il twin set dei vicini, i gemelli diversi che hanno deciso che noi siamo molto meglio della famiglia di origine e vivono a casa nostra dieci ore al giorno.
è il momento del primo analgesico. ne seguiranno altri, molti altri.
in questo momento, l'unico posto dove vorrei essere è l'ufficio. il mio polveroso, freddo e silenzioso ufficio.
ma  capisco che non posso condividere questo mio desiderio con uno che è lì rinchiuso da undici mesi.
potrebbe prenderla male e correre a comprarmi i biglietti per il Sudan.
Così, scrivo:

"L'anno prossimo dimmelo che hai da fare, così mi organizzo per restare. oppure, organizziamoci per sostituirci a vicenda"

Ancora devo decidere se è un colpo di genio o di imbecillità. Lo scoprirò, l'estate prossima. probabilmente.
o nel corso del viaggio verso il Sudan.

La partenza

24 luglio 2013. Ore 21.45.
Dalla camera da letto di un terzo piano di Roma Nord al salone di un attico di Roma est.
"Allora, hai salutato?"
"Sì, no..."
"cioè?"
"ho salutato il boss in seconda, era inevitabile..."
"Certo, anche io ho salutato il Boss..."
"e?"
"niente, non se n'è nemmeno accorto, figurati... sai come fa, quando scrive al pc e tu entri in stanza, parli per mezzora e lui non alza mai gli occhi dallo schermo... e alla fine fa una specie di grugnito e tu capisci che è ora di levare le tende? ecco, è andata così. Con lui, è stato facile."
"Ah no, il boss in seconda me ne ha dette di cose..."
"immaginavo... ma lui è single, senza figli, non può capire"
"no, nessuno può capire."
"Già. E poi?"
"Poi, niente, stavo sgusciando via, camminavo silenziosa, rasente al muro, come mi hai suggerito..."
"brava..."
"quando son saltati tutti fuori"
"No! tutti, tutti?"
"Praticamente..."
"oddio... ti aspettavano sull'uscio. Era un'imboscata, ci scommetto"
"Già. Ne aveva l'aria"
"e?"
"e niente, guarda, una tragedia...uno non faceva in tempo a dire: ma che fai te ne vai? il 24 luglio? che l'altro rincarava la dose: così presto? manca ancora una settimana ad agosto. e ancora si levavano voci a destra e a manca: noi stiamo ancora fino al 31, io parto il 4 agosto, io prima del 15 non mi muovo. beata te che lavori così poco e guadagni così bene..."
"hiiii, così hanno detto?? ma lo sanno quanto guadagni?"
"impossibile, altrimenti come avrebbero potuto dire una cosa del genere?"
"infatti. Ma, poi, lo sanno cosa vai a fare? Come fanno ad essere invidiosi?"
"Sono matti! io pagherei per poter restare in ufficio, con l'aria condizionata, poca gente e i figli lontani..."
"a chi lo dici..."
"comunque, guarda, mi hanno fatta sentire come Schettino... che amarezza"
"capisco, l'unica differenza è che noi di navi da guidare ne abbiamo due: una non è messa tanto bene, ma tutto sommato sta a galla e ha l'aria condizionata, l'altra, quella sopra la quale saltano i nostri figli, è alla deriva... D'estate, contro voglia, contro il parere del medico e contro i desideri dei colleghi, dobbiamo dedicarci a quelli che abbiamo partorito, non c'è scampo".
"hai ragione... a proposito, devo scappare, uno dei miei tre sta ululando"
"buona notte e in bocca al lupo..."

Questa è stata l'ultima volta che ho parlato con la mia collega. L'ultima rimasta, in questo mondo di uomini.