ci sono momenti che ripagano di ogni sacrificio.
momenti che allontano lo spettro di medea e
consentono di rimandare la visita dall'analista.
vedere tua figlia che ti scorge arrivare
mentre ti aspetta sotto uno studio medico,
vedere il suo viso che si illumina d'improvviso
quasi che avesse visto una fata vestita di luce,
senza che importi che tu sia sfatta come un budino,
che da secoli non vedi un parrucchiere,
che il tuo incedere
- complici i piedi costretti in un paio di scarpe troppo strette e alte -
rcordi quello di un pinguino ubriaco.
e'uno di quelli.
vederla che si stacca dalla nonna
e ti corre incontro con le braccia aperte,
e'un altro di quei preziosi momenti.
sei al settimo cielo.
arrivi persino a pensare di essere una madre passabile.
e non ti accorgi, quasi,
che la piccola ti si e'gettata al collo,
che ti e'impossibile sorreggerla,
perche'fra le braccia gia'rechi:
fascicolidisettecauseduratedieciannisoloinprimogrado,
nonche' borsa contenente:
mazzo di chiavi chemancosanpietro,
trousse per ritocchini al makeup in ufficio stiletruccatriceprofessionistaallafashionweekdimilano,
telefonino a caffettieraancoracollegatoacaricabatterieasuavoltacollegatoalpc
(si'quando hai visto che faceva le dichiarazioni di matrimonio non hai potuto evitare di comprare quello: il piu'enorme, sfacciato cellullare che abbiano mai prodotto),
portafoglio privodicontantimacontantibigliettidavisitatesserepuntimoneteschedinescontrinifatturebancomatcartedicreditoecc.ecc., tanto insomma quanto basta a farlo somigliare ad una sansonite rigida con rotelle,
pacchi di fazzoletti formatobrancodielefantikenianicomraffreddore,
piu'varie ed eventuali (fra cui cerotti, disinfettante, pantofole, calzini da bambino usati, pannolini, shampoo e balsamo, spazzolimo da denti, rimasugli del pranzo).
quasi. quasi non ti accorgi.
perche', a dirla tutta,
il pensiero, subito dopo
"che meraviglia, mi corre incontro, mi ama,
ne e'valsa la pena", e':
"ma che fa, per dindirindina?? mi strangola???".
il numero dell'analista, prego.
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